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Si tratta di una problematica molto diffusa e le donne sono le più colpite. Si manifesta con dolori e disestesie (formicolio) al polso e alla mano, specialmente la notte. A volte l’esordio è anche più subdolo, per esempio scappano spesso le cose di mano.
Il tunnel carpale è costituito da una parte dura, (le ossa carpali) e una parte molle (i legamenti che collegano le ossa), in particolare il legamento trasverso del carpo. Queste parti formano un passaggio obbligato. Abbiamo molti muscoli localizzati prevalentemente nell’avambraccio che esplicano la loro azione sulle dita e sulla mano tramite il loro tendini. Alcuni di essi passano nel tunnel carpale decorrendo insieme ad un nervo importante per la mano: il nervo mediano, esso porta innervazione motoria ad alcuni muscoli della mano e conduce la sensibilità di un’area specifica della mano e delle dita (pollice indice, medio e una parte dell’anulare).
Non è chiaro perché, ad un certo punto, lo scorrimento dei tendini in questa zona diventa problematico, causando un’infiammazione che porta alla compressione del nervo e alla sofferenza delle strutture limitrofe.
La cura è perlopiù farmacologica, con infiltrazioni spesso di cortisone, o chirurgica, con un piccolo taglietto. Lo scopo è ridurre l’infiammazione, sconfiggendola sul piano biochimico o creando spazio per favorire il drenaggio.
L’osteopata in questi casi ha la di possibilità di intervenire e molto spesso si possono evitare punture e interventi.
Ad eccezione di cause traumatiche dirette al polso o alla mano o malformazioni, le ragioni della sindrome del tunnel carpale sono da ricercare nella funzione dell’arto superiore e, molto spesso, si riscontrano a livello cervicale e della regione tra il collo e la spalla (lo stretto toracico superiore). Il nostro arto superiore e sì fatto di vari elementi ma è anche un tutt’uno: la continuità funzionale fornita dalle catene muscolari e fasciali lo rendono estremamente versatile ma sono anche veicolo di sovraccarichi e disfunzioni che si possono manifestare a distanza.
L’osteopata è in grado di intercettare la ragione per cui un distretto corporeo inizia a funzionare male. Il trattamento, dopo aver fatto gli opportuni test, sarà effettuato con adeguate tecniche manipolative che potranno riguardare la mobilità delle ossa carpali e della mano, la fascia (in particolare la membrana interossea), la mobilità del gomito e della spalla, le relazioni tra scapola, clavicola e prima costa, le vertebre cervicali (C6 C7 e T1), la funzione del torace e dei diaframmi.