Per appuntamenti e informazioni 02 8496 9939
e-mail m.chiant@gmail.com
La sindrome da reflusso gastro-esofageo è un fastidioso disturbo caratterizzato da rigurgito e dalla sensazione di bruciore retrosternale, che a volte si irradia al collo o tra le scapole. A volte si manifesta in modo più subdolo: per esempio con difficoltà o dolore alla deglutizione, con laringiti e faringiti ricorrenti, tosse, raucedine, dolori al petto.
E' necessario comprendere i sintomi per intercettare con il maggior anticipo possibile la problematica. Dopo una valutazione del gastroenterologo è possibile trattare la sindrome da reflusso gastro-esofageo anche dal punto di vista osteopatico. Perchè il nostro passaggio gastro-esofageo, ad un certo punto non “tiene “più, permettendo una risalita del contenuto dello stomaco in esofago?
Le ragioni possono essere molteplici, a partire dalle più ovvie, tra cui l'abuso di alimenti come il caffè, le bevande gassate... Si parla di perdita di tono dello sfintere gastro-esofageo, di rallentamento della fase di svuotamento dello stomaco...
L'osteopata considera che lo sfintere gastro-esofageo funziona bene se il diaframma e la gabbia toracica si comportano correttamente. Inoltre è di cruciale importanza un certo “spazio” tra il cardias (punto di passaggio tra stomaco ed esofago) e lo sfintere gastro-esofageo (parte del diaframma). A quel livello un delicato gioco di pressioni favorisce la tenuta e se il cardias, per varie ragioni si trova troppo addossato allo sfintere, il sistema inizia a funzionare male.
I nostri organi interni posseggono una loro mobilità, essenziale per la corretta funzionalità. Le ragioni per cui il diaframma, lo stomaco e il cardias iniziano a perdere mobilità possono essere diverse: ragioni professionali (posizioni di lavoro che favoriscono la flessione della colonna dorsale), traumatiche (un intervento chirurgico per esempio o un trauma diretto o anche in altre parti del corpo), ragioni alimentari ed anche emotive.
L’osteopata ha la necessaria competenza per analizzare le perdite di mobilità sia localmente (stomaco cardias e diaframma) sia a livello generale, strutturale (per esempio la mobilità della colonna dorsale, cervicale o delle coste).
Dopo aver stabilito le priorità, il trattamento osteopatico, specialmente in ambito viscerale, diventa il valore aggiunto nel recupero della funzionalità dello sfintere gastro-esofageo e del cardias oltre che nella riduzione del sintomo.
Non si tratta di spostare visceri o cose fantasiose. Attraverso alcune tecniche basate su dolci pressioni in alcune regioni dell’addome, si riescono a rilasciare tensioni sulla muscolatura liscia di cui molti organi interni sono costituiti. In tal modo si riesce a rendere una data regione più omogenea e più portata ad una corretta fisiologia.